mercoledì 15 novembre 2017

La nuova Amministrazione di Como, notoriamente sensibile ai diritti dei suoi cittadini, promuove un'idea antiecologica spacciandola per tale.


L'esperienza delle isole ecologiche interrate, laddove attuata in passato, è stata sonoramente cassata per i seguenti ovvi motivi:
  1. Ancor peggio che i cassonetti, tali manufatti sono costosi ed ingestibili portatori di pericolose possibili epidemie, oltre che di cattivi odori ed attrattivi per topi ed altri animali.
  2. L'inevitabile sversamento dei liquami col tempo raggiunge le falde sottostanti (non c'è cemento che tenga).
  3. La salute pubblica non sarebbe tutelata nemmeno con la manutenzione giornaliera di tali manufatti. Nella civile Svizzera, dove è innegabile l'efficienza del servizio pubblico, è risultato fin da subito impossibile garantire la corretta manutenzione delle isole ecologiche interrate. In una conferenza stampa all'indomani della dismissione del servizio, questo è stato paragonato al classico "nascondere la spazzatura sotto il tappeto del salotto"!
  4. Il tanto decantato virtuosismo derivante dalle isole interrate è in antitesi con l'unico sistema ecologico della raccolta differenziata che, tra l'altro, laddove gestito correttamente diviene una risorsa anche economica (vedi su tutte l'esperienza di Treviso e provincia).

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