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FUSIONE DEI COMUNI DI CASTELFRANCO DI SOPRA E PIANDISCO'

Grande successo per i Referendum per la Fusione dei Comuni che hanno visto in Toscana 6 Comuni unirsi in 3 grandi comunità tra le quali Castelfranco di Sopra e Piandiscò.
Piccolo non sempre è sinonimo di bello, non più, e tanto meno di efficace: soprattutto quando le risorse a disposizione si riducono e il risparmio diventa una necessità mentre i bisogni di cittadini e imprese crescono. Così, dopo i referendum l’assessore ai rapporti con gli enti locali della Toscana, Vittorio Bugli, ha organizzato una prima riunione di lavoro con gli amministratori dei sei comuni, quelli dove i “sì” hanno prevalso.
“La Regione aiuta i Comuni che si uniscono – ricorda l’assessore – ed uno più uno, slogan dell’Anci davvero azzeccato, in questo caso non fa due ma tre, per il valore aggiunto che porta”. “Quattro in matematica – scherza – ma otto in buona amministrazione”. “Per questo – prosegue – siamo favorevoli a qualsiasi processo di aggregazione: occorrono economie di scala per abbattere i costi e programmare meglio certi servizi. Certo devono essere processi democratici ed infatti abbiamo deciso che ogni volta ci sia un referendum, consultivo. La Costituzione non ce lo imponeva: sarebbe stato sufficiente il sì da parte dei consigli comunali. Ma ci è sembrato giusto ascoltare anche i cittadini”.
I referendum già fatti – Di Comuni che si uniscono, fondendosi, in Toscana non se ne contavano da tempo: conseguenza in parte delle riforme di Pietro Leopoldo, che già aveva ridotto fortemente il numero delle amministrazioni comunali. Gli ultimi comuni che si sono fusi risalgono all’Ottocento, mentre negli anni Trenta certi territori sono stati annessi ad altri. Ora invece accade sempre più spesso, come del resto in altre regioni. A far da apripista sono stati Figline e Incisa Valdarno in provincia di Firenze (100 chilometri quadrati e 24 mila abitanti). Insieme a loro, il 21 e 22 aprile, hanno detto sì anche Fabbriche di Vallico e Vergemoli (75 kmq e 961 abitanti), in provincia di Lucca, eCastelfranco di Sopra e Pian di Scò in provincia di Arezzo (56 kmq per circa diecimila abitanti).
Un processo democratico – “Si tratta di un trend contagioso” annota ancora l’assessore Bugli. “Certo ci sono stati anche territori dove l’idea di fondersi non ha fatto breccia – ricorda -: quelli dove l’iniziativa era partita da alcuni comitato di cittadini senza coinvolgere i consigli comunali. L’anno scorso i cittadini del Casentino, in provincia di Arezzo, sono stati chiamati ad esprimersi sulla trasformazione degli attuali 13 Comuni in uno unico con poco meno di 50 mila abitanti. All’isola dell’Elba il referendum per fare di otto comuni uno solo c’è stato un paio di settimane fa. E in tutti e due i casi hanno vinto i no. Ma questo fa parte di quel processo democratico di cui dicevo”. “Queste fusioni – prosegue – potranno inoltre essere anche l’occasione per una riforma naturale ancora più ampia, che metta ordine nei diversi ambiti in cui viene diviso il territorio regionale per la gestione di più servizi, dalla sanità all’istruzione o il paesaggio, in modo che coincidano il più possibile. Su questo con gli uffici già stiamo lavorando”.
Fusione di Comuni, la parola ai sindaci
FIRENZE – A gennaio arriverà il commissario. Poi, probabilmente a maggio, ci saranno le elezioni e così i nuovi comuni di Figline e Incisa Valdarno, di Fabbriche di Vergemoli e di Castelfranco Pianidiscò avranno i nuovi sindaci, le nuove giunte e i nuovi consigli nuovi. La metà rispetto agli attuali.
“E’ stato una scelta maturata dal basso e sicuramente un risultato positivo” ricorda in conferenza stampa l’assessore ai rapporti con gli enti locali della Toscana, Vittorio Bugli. “In comuni montani come il nostro il risultato dei referendum non era scontato ma i cittadini hanno capito i vantaggi che ne potranno conseguire. Ora la nostra prima preoccupazione riguarderà l’organizzazione dei servizi di prossimità, servizi postali compresi” sottolinea Oreste Giurlani, presidente dell’Uncem, l’unione dei comuni montani, e sindaco di Fabbriche di Vallico. “Abbiamo perso il primato del comune più piccolo della Toscana – aggiunge il collega di Vergemoli, Michele Giannini – Ora puntiamo ad abbattere tasse e aumentare i servizi”.
Da Castelfranco e Piandiscò il sindaco Rita Papi sottolinea come in fondo si tratti di un ritorno al passato: le due comunità erano infatti unite già sotto i Lorena e solo dopo il 1809 tornarono ad essere divise.
“Ad Incisa quando siamo partiti c’erano nei cittadini alcune perplessità: qualcuno temeva di diventare periferia ed essere di fatto annesso dalla più popolata Figline – racconta e confessa il vice sindaco Massimo Bigoni – Quelle paure in gran parte sono svanite ed ora dobbiamo lavorare tutti assieme per raccogliere ogni istanza e volgere in senso positivo tutte le potenzialità che avremo con la fusione”.

Il sindaco di Figline Riccardo Nocentini cita un aneddoto per farne una metafora. “Prima delle istituzioni – dice – da noi si sono mosse le squadre di calcio, con la nascita della Valdarno Footbal Club che conta oltre 350 ragazzi. Mi raccontava una mamma, a cui chiedevo come andava, che era felicissima: i ragazzi hanno stretto nuove amicizie e se prima, quando giocavano contro gli altri comuni fiorentini, perdevano sempre ora invece spesso vincono”. Un modo diverso per dire che l’unione fa la forza.

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